Le casse monitor e le casse monitor da Studio
Le casse monitor sono varie sul mercato e in questa categoria riconosciamo nel particolare quelle monitor da studio. Queste casse sono ideate e prodotte con lo scopi di offrire un uscita un bel suono lineare, chiaro e limpido, il più fedele possibile alla realtà.
Come si fa a scegliere il modello migliore?
Nella miriade di casse di questo genere abbiamo difficoltà a capire quale sia la migliore, ecco perché occorre mettere in tavola tanti fattori da considerare. Per esempio partiamo da un elemento fondamentale, ovvero le dimensione della stanza in cui verranno utilizzate, quindi bisogna capire lo spazio e in quello spazio che tipo di cassa mettere. Inoltre farà la differenza anche il genere di musica che sentiamo più spesso e che qualità del suono desideriamo.
Cercare di delineare le migliori casse e marche
Partiamo dalla serie PIONEER, qui troviamo dispositivi compatibile con tutti i tipi di apparati, inoltre parliamo di un tipo a bass reflex a 2 vie, che supporta la tecnologia Bluetooth.
Il tweeter, ovvero una cupola morbida con una data funzione presenta una dimensione di circa 3/4 di pollici, mentre il woofer è in fibra di vetro.
Dentro la a confezione, se acquistiamo online o in negozio, abbiamo il cavo di alimentazione, i cavi per collegare tra loro le due casse, e infine il cavo convertitore audio. Le dimensioni tra cassa destra e sinistra sono leggermente differenti tra di loro.
Il colore bianco di alcuni modelli è davvero pazzesco!
La marca Yamaha: un’ottima scelta
Questa marca non solo in questo campo, riscontra solitamente buon successo, la conosciamo più forse per i pianoforti a coda, a muro e mezza coda.
La prima cosa dei modelli di questo marchio che è molto gradevole, è la possibilità di avere casse studio con monitor di colore bianco, che sono davvero eleganti.
Ma la forma è semplice, essenziale, con angoli smussati.
La potenza è molto buona, e alla fin fine non pesa così tanto.
Sul retro della cassa, venduta singola non in coppia, troviamo l’ingresso di alimentazione, il tasto on/off, la regolazione importantissima del volume, un ingresso XLR, un ingresso jack e i regolatori room control e high trim.
Il Brand Alesis
Di questo marco sono consigliate queste casse che solitamente dovrebbero avere un uso specifico, ovvero per il video editing, per il gaming o similari.
La potenza di uscita solitamente di queste casse è di circa 40 W per canale, quindi avremo una potenza totale di 80 W più o meno.
Il cabinet solitamente lo troviamo in legno e inoltre presentante una densità alta, la quale fa come dire scomparire il suono sporco, quindi poi va ad ottimizzare la prestazione sonora.
Il suono che esce da queste casse risulta davvero bello, anche questo brand oltre a quello della Yamaha lo consiglio davvero molto. Il suono sarà tondo, bello corposo, e caldo soprattutto come amo in particolare.
Sul retro troviamo gli ingressi jack e RCA, il tasto bass boost, il tasto on/off per accensione e spegnimento, l’ingresso per l’alimentazione e l’ingresso jack per la connessione delle due casse.
Quali caratteristiche dovrebbe avere una buona cassa monitor?
Dato che di brand ne esistono tanti e dalle varie caratteristiche sonore alla fine, vorrei qui di seguito riportare alcuni fattori che dovrebbero essere in un dato modo per permetterci un buon acquisto.
Ecco le caratteristiche che tutti i diffusori in particolare dovrebbero presentare:
risposta in frequenza lineare,
localizzazione stereofonica precisa e pulita,
largo spettro di intervallo di frequenza riproducibile,
fedele risposta ai transienti.
Differenza tra le casse Stereo e i monitor Da Studio?
Quando abbiamo delle casse stereo a casa è ovvio che le nostre esigenze siano minori rispetto a quelle di professionisti, i quali lavorano nel mondo della musica. Dobbiamo avere la maggior fedeltà di riproduzione sonora, inoltre non ci devono davvero essere dei toni più marcati magari quelli alti, oppure i bassi. Ci deve essere un buon equilibrio e una riproduzione limpida, nessun frammento di sporcizia sonora e calda magari se possibile.
Quindi ora vediamo le differenze tra casse di uso comunque per quanto buone possano comunque essere, magari di marche anche importanti, e quelle utilizzati dai professionisti dell’audio.
Differenze di tipo tecnico
Prima di tutto partiamo dalla base, ovvero da come sono costituite le casse di cui stiamo per parlare, perché è proprio l’aspetto tecnico che determina ogni cosa.
Ad esempio se parliamo degli altoparlanti stereo hi-fi, questi sono di solito di tipo passivo, cioè ricevono e basta e riproducono il mix di frequenze in uscita, e necessitano quindi di un amplificatore poi per poter emanare il suono.
Invece gli altoparlanti stereo di tipo professionale, sono invece quasi sempre attivi e quindi hanno un amplificatore integrato.
Quindi ecco una prima importante differenza:
i modelli attivi hanno un ingresso per l’alimentatore di corrente, i passivi invece no, quindi hanno solo dei cavi audio che andranno collegati al nostro amico amplificatore.
Inoltre abbiamo anche queste differenze:
Gli altoparlanti attivi hanno inoltre dei vantaggi, per esempio sono composti da più amplificatori e basta, quindi: il woofer, il tweeter e gli altoparlanti midrage, hanno ognuno il proprio amplificatore interno, e questo permette una certa dinamicità se così possiamo dire del suono in uscita.
Nei modelli passivi succede invece che visto che un woofer ha bisogno per fare il proprio lavoro di molta potenza nella riproduzione dei toni “bassi”, può toglierla la potenza però ad altri diffusori, quindi non potremmo mai avere un suono con una certa dinamicità e con sfaccettature.
Parliamo di diffusori: di medio e alto livello
I diffusori tradizionali, quelli più comuni come abbiamo da poco accennato, non possono permettere l’uscita di un determinato suono. infatti questi hanno la tendenza a modificare il suono originale: molti altoparlanti hi-fi ad esempio amplificano diciamo i toni bassi oppure i toni alti per un certo scopo: per rendere la musica in primis più potente e più chiara.
Ma se guardiamo al mondo della musica, a coloro che ci lavorano nel mondo dell’audio, ci accorgeremo delle tante sfaccettature e cose che magari non avremmo mai pensato.
Questi professionisti lavorano con apparecchiature specifiche, cercando al massimo di produrre un suono in uscita fedelissimo al reale, che sia davvero pulito, senza alcuna “sporcizia” di suono.
Praticamente c’è un’attenzione molto bella e sottile a quelle che sono le varie sfumature di suono, queste vengono individuate se poi devono essere corrette e vengono aggiustate con programmi anche specifici.
Cosa si intende per Near-Field e Far-Field?
Con queste due espressioni che contengono dopo una traduzione, i nostri aggettivi italiani vicino e lontano, vanno a designare dei tipi precisi di casse che possono essere ascoltate da vicino oppure da lontano. Vediamole nel dettaglio.
Allora con near-field, si intendono quelle casse di tipo compatto e studiate per essere ascoltati a distanza ravvicinata. Questo consente quindi un ascolto diretto, che diciamo non provoca chissà quali problemi, perché è proprio pensato per un ascolto di tipo ravvicinato, pensiamo anche solo ai cellulari o a piccole casse dalla potenza medio-bassa.
I far-field, invece vanno necessariamente posizionati più lontano da colui che deve ascoltare, possono gestire volumi maggiori e permettono di sentire anche quei momenti in cui il suono potremmo dire rimbalza negli angoli della nostra stanza.
In vendita troviamo anche dei subwoofer da studio, i quali se vogliamo, possono anche essere integrati a dei monitor mid-field.
In questo caso i subwoofer potranno farci vivere la bellissima sensazione di bassi davvero intensi e limpidi.
Prezzi e conclusioni
Possiamo dire, anche se non è facile creare delle fasce di prezzo in cui far rientrare i vari costi delle casse da monitor e di quelle poi da studio in particolare. Diciamo che nel primo caso possiamo trovare tranquillamente su Amazon tanti prodotti che rientrano in una fascia che va da circa 80 euro fino a più o meno 180 euro. Poi sicuramente nel secondo caso soprattutto saliamo di molto con i prezzi, fino ad avere anche un impianto di questo tipo da circa 500 euro o anche di più. Però per un uso quotidiano e comunque, che è quello che ovviamente interessa di più va benissimo spendere alla fine anche nella fascia di prezzo indicata, l’importante è che il marchio sia buono, magari uno di quelli citati qui.
Forse però per avere delle casse monitor di qualità davvero anche se per uso quotidiano, potremmo anche spendere circa 300 euro.
Il suono comunque sia è un aspetto soggettivo, dipende dai nostri gusti, da quanto siamo attenti alle sfumature di suono e forse anche e soprattutto a quanto siamo disposti a spendere. Perché certo se non dobbiamo farne un uso prettamente professionale, non vale la pena spendere troppo.